I “nuovi” genitori e la scuola

Home / I “nuovi” genitori e la scuola - Febbraio 15, 2021 , by luigiala

Chi ha un’età oltre i 35 – 40 anni, può testimoniare che i propri genitori erano rispettosi della scuola e degli insegnanti.
Essi affidavano i figli alla scuola e chiedevano ad essa educazione e cultura (nell’eccezione di insegnare le attività che servono a scuola e nella vita).
Oggi è proprio così?
Accanto ad atteggiamenti di collaborazione positiva verso la scuola, emergono talvolta comportamenti discutibili e che non concorrono certamente a determinare un quadro sereno e fattivo di buoni rapporti con la scuola.
Certo la scuola ha le sue difficoltà di carattere vario: strutturale, economico, pratico.

Non sempre riesce ad offrire un servizio all’altezza (per mancanza di investimenti adeguati), tuttavia è indispensabile che il rapporto genitori-scuola si svolga in un clima di collaborazione.
Questo ha fatto sì che coesistano varie tipologie di genitori e a farne le spese sono i figli.
I genitori sono diventati, da un lato eccessivamente interventisti o dall’altro del tutto assenteisti, e molti di loro si dimenticano dei figli.
Danno loro tutto ciò che possono in termini di beni materiali, e si dimenticano che essi sono soprattutto degli educatori, e dovrebbero essere delle guide, degli esempi, e non solo dispensatori di smartphone, tablet e costosi giubbini e scarpe alla moda!
Poi, ad un tratto, si ricordano di essere genitori, verificano la loro poca autorevolezza nei confronti dei loro figli, e scaricano la loro rabbia sulla scuola, imputando agli insegnanti i proprio insuccessi.
A nostro avviso i genitori dovrebbero sforzarsi di abbandonare atteggiamenti negativi che limitano la maturità dei discenti.
Vi è una crescente e diffusa (per non dire anche fastidiosa) tendenza ad una forma di iperprotezione nei confronti dei propri figli che si esplica nell’essere fin troppo assistenziali e nel calarsi nel ruolo dell’“avvocato difensore”, giustificando ogni piccolo fallimento del proprio figliolo come una mancanza del docente.
Nei confronti dei più piccoli poi si raggiunge l’eccesso di assistenza e in molti casi addirittura di sostituzione operativa che limita la loro crescita autonoma. Nei confronti dei più grandi c’è la tendenza a giustificare, ad escludere colpe o responsabilità, attribuendole ad altri.
La conseguenza più diretta è quella di indurre diseducativamente alla non responsabilità delle proprie azioni.
Un secondo atteggiamento negativo è quello dell’ingerenza dei genitori nel lavoro degli insegnanti.
Spesso si pretende di valutare, giudicare e, anche, correggere gli insegnanti. E spesso, cosa grave, questo avviene davanti ai propri figli, delegittimando il docente dell’autorevolezza educativa.
C’è infine da parte di molti genitori l’eccesso di delega alla scuola, che si verifica quando c’è indifferenza verso la vita del proprio figlio a scuola e c’è assenza di qualsiasi rapporto con gli insegnanti.
Non si tratta di un atteggiamento di fiducia totale, ma piuttosto di assenza e indifferenza che poi svaniscono di colpo davanti a situazioni critiche, per lasciar posto ad accuse verso la scuola, come se questa avesse la finalità istituzionale di farsi carico in via esclusiva di tutte le problematiche educative dei ragazzi.

Luigi Ala e Annarita Balcerini*

 

*La prof.ssa Annarita Balcerini è docente presso IC Franchi di Brescia